Dai Bizantini agli Svevi
Quando
molti anni fa, Intro Montanelli si permise di scrivere di storia
conseguendo un successo editoriale straordinario, gli storici accademici
storsero il naso: come si permetteva un semplice giornalista ad entrare
in un campo non suo, un campo riservato agli studiosi di professione?
Potrebbero domandarselo oggi gli emeriti accademici di casa nostra di
fronte alle conversazioni tenute dall’ingegnere (badate bene ingegnere,
nemmeno giornalista!) Giambattista Condorelli che ancora per una sera ha
intrattenuto i soci e simpatizzanti del FAI attraversando secoli di
storia e precisamente dalle invasioni barbariche agli Svevi,
naturalmente riferendosi alle invasioni in Sicilia.
Dire che l’ing. Condorelli abbia “intrattenuto” mi pare sia riduttivo in
quanto tutti i presenti hanno seguito la “cavalcata”
storica-archeologica con vivissimo interesse (purtroppo spesso
sottolineata con ricordi scolastici mormorati non sempre sottovoce).
Vorrei proprio sottolineare l’aspetto particolare di queste
conversazioni perché mentre la parte storica è più o meno conosciuta da
chi ha fatto studi superiori non lo è altrettanto l’aspetto archeologico
o , per essere più precisi, tutte le testimonianze delle suddette
invasioni: chiese, monasteri, castelli, fortificazioni, acquedotti, vie,
dimore o comunque resti da riferire a quel periodo anche se in rovina :
scoperte e illustrate da un occhio esperto con passione coinvolgendo gli
ascoltatori.
E’ evidente che in meno di due ore non si può affrontare un periodo di
vari secoli né è questo l’intento di queste conversazioni: ci vorrebbero
congressi e seminari solo per ogni singola epoca.Ma è merito dell’ing.
Condorelli (e della delegata provinciale del FAI prof. Antonella Mandalà)
avere offerto delle piacevolissime ore di alto valore culturale che io
particolarmente apprezzo, anche se avrei avuto qualcosa da replicare a
chi, intervenendo a conclusione della serata, metteva in dubbio la
grandezza di Federico II.
Ad una “devota” dell’alto Federico che non manca mai di andare ad
onorare la sua tomba nella Cattedrale di Palermo, questo proprio non va
giù.
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