Appunti  

 

 

Un attore, un uomo, un amico


 

La prima volta che incontrai l’attore Glauco Mauri risale al lontano 1958: Chiostro dei Benedettini, Compagnia dei Giovani, Shakespeare “Molto rumore per nulla”. Un sorprendente Giancaccola che porta un nome, fino a quel momento, sconosciuto. Lessi il suo nome alla fine dello spettacolo, sulla locandina, e dissi a mio marito (sposato da pochi giorni): farà strada, questo attore. Negli anni seguenti, lo rividi in televisione, in molte produzioni, fino al momento che, titolare della “Compagnia dei Quattro”, fu a Siracusa, con Valeria Morioni, straordinario Edipo.
Seguivo la sua carriera di attore e scoprii, in seguito, l’uomo, quando a Catania durante una recita di “La bisbetica domata” fu colpito da una forte emorragia interna per cui fu ricoverato e operato in una clinica della nostra città. Lo andammo a trovare e incominciammo a scoprire l’uomo “Mauri”: garbato, sorridente malgrado il suo stato di degente, conversatore colto e fascinatore.
Da quel momento lo seguimmo, lo seguimmo nei suoi spettacoli, ovunque si svolgessero: da Palermo a Rimini; da Lucca a Napoli, da Messina a Milano e lo applaudimmo Edipo e Faust, don Giovanni e Beethoven, re Lear e Volpone e molti altri suoi eroi.
E l’uomo Mauri divenne l’aamico Glauco, sempre affabile, mai altezzoso come altri suoi colleghi che gigioneggiano anche fuori dalla scena. In tanti anni non ho mai sentito parole di sprezzo verso altri attori o registi: nessuna malignità o invidia, al massimo definiva “cialtrone” qualche politico o impresario che non manteneva la parola.
Siamo invecchiati, lui è nonno “adottivo” di due magnifici figli di Roberto Sturno, suo compagno di scena almeno di un trentennio e noi continuiamo a seguirlo nelle sue trasferte, sicuri di vivere per quelle ore che dura uno spettacolo delle sensazioni talvolta inesprimibili.
E rifletto anche alla irripetibile stagione che ha attraversato la scena italiana del secolo scorso: grandi attori e attrici celebri registi che non stravolgevano i classici, spettacoli che duravano anche tre ore e venivano seguiti con attenzione e rispetto da spettatori attenti.
Diverso il panorama di oggi: attori che s’improvvisano protagonisti solo perché popolari protagonisti in TV, registi che stravolgono i testi classici con la pretesa di “attualizzarli”: spettatori si alzano dopo mezz’ora ddi spettacolo!
E allora, grazie ancora a Glauco che suscita tuttora emozioni e riflessioni.