Amarcord di Catania
“Le
pizzette di Caviezel, gli arancini di Giardini, i “viscotti d’a monaca”
: così rievocava la Catania degli Anni 50 un signore vicino di poltrona
al Verga rivolto ad un suo amico. E, da allora, anch’io cerco di
rievocare la Catania della mia adolescenza stratosfericamente lontana da
quella di oggi. Una città civile i cui abitanti erano pronti alla
battuta ironica e sui tram o sui primi autobus s’intrecciavano parole
scherzose e dove i giovani erano pronti a cedere il posto a donne o
anziani. Una città in cui erano abbastanza nette le divisioni sociali e
ognuno ne rispettava i limiti, ad es. se la nobiltà abitava nelle ville
dei Viali o nei palazzi storici del centro il popolo abitava nelle
periferie, nel mezzo la piccola e media borghesia e c’era pure il
settore delle “lucciole” e quello della piccola malavita.
In estate la Catania bene faceva i bagni alle Grotte di Ulisse e, alla
Playa, al Lido Azzurro, e in seguito al Lido dei Ciclopi, mentre la
borghesia frequentava il Lido Spampanato e, sugli scogli, il Lido
Longobardo (rigorosamente diviso in tre settori: per dame sole, per
famiglie e per uomini !) e il popolo minuto ai Lidi Ionio e Sport e alla
Stazione.
Era rituale il passeggio in via Etnea, il salotto della città, dai
negozi eleganti e dalle insegne mitiche e, ricordo l’immancabile sosta,
subito dopo la guerra quando mio padre era finalmente tornato, da
Giardini per gustare uno di quegli indimenticabili, profumati arancini:
oppure la sosta da Caviezel e, se il mio vicino di poltrona ricordava le
piccole ma gustosissime pizzette, io ricordo i cannoli gelati e, ancor
più, la pasticceria: i cannoli di cioccolata farciti di panna, le
meringhe, i “carciofi” i “cestini”, i “giapponesi”, ormai scomparsi
dalle vetrine di oggi.
Ma è tutto un mondo scomparso, quel tempo che permetteva ad una ragazza
come me di andare ai concerti al Teatro Massimo, da sola e ritirarsi in
pieno inverno in tram di sera senza tema di essere disturbata o scippata
e andare al Metropolitan, inaugurato in quegli anni e ritornare a notte
inoltrata senza pericoli di sorta.
Negli Anni ?60 ebbe inizio un lento degrado iniziato con la
cementificazione selvaggia, la legge Merlin che fece dilagare la
prostituzione all’aperto, l’autostrada CT-PA che favorì l’ingresso della
malavita organizzata nella Sicilia Orientale, il diffondersi della droga
e un malinteso egualitarismo.
Certo anche allora non era tutto rose e fiori ma almeno a quel tempo
c’erano “le pizzette di Caviezel, gli arancini di Giardini e i viscotti
d’a monaca”.
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