Magia
di una serata all’Arena di Verona! Dopo parecchi anni, ho potuto
rivivere quella che è sempre una emozione particolare, cioè
assistere ad una rappresentazione all’Arena in cui allo spettacolo
che si svolge sul palcoscenico si partecipa come ad un rito
collettivo. Piazza Brà e strade intorno all’Arena brulicanti di
gente che aspetta l’ora per mettersi in fila per prendere i posti
migliori sulle gratinate mentre coloro che hanno i posti numerati
passeggiano occhieggiando tra gli eleganti negozi di via Mazzini.
Alle ventuno, il teatro è quasi al completo: cavea e gradinate tutte
occupate, pubblico eterogeneo, giovani e vecchi, perfino bambini e
portatori di handicap nei loro carrozzini, toilettes lussureggianti
e jeans scoloriti, tacchi vertiginosi e infradito di plastica.
All’invito dello speaker, sulle gratinate si accendono le candeline
e pochi minuti dopo l’ingresso del M° Daniel Oren dà l’avvio
alla ennesima edizione della immarcescibile “Aida”. Orchestrazione,
coro e solisti indiscutibili, discutibilissimo il resto. Luci
smorzate perfino nella scena del “trionfo”, una schiava etiope di
pelle bianca (accettiamo gli occhi a mandorla ma la pelle bianca,
no!) come quella del padre Amonasro, re degli Etiopi; effetti
scenografici da rivista holljwoodiana con getti di fuoco improvvisi
e zampilli di paillettes; processioni di monaci da Venerdì Santo a
Siviglia; stendardi a sostituire gli elefanti che venivano
sciorinati come panni stesi ad asciugare. E vabbè.
Non
ero andata per vedere l’”Aida” , in questo viaggio organizzato dagli
infaticabili coniugi Stimoli del Touring club italiano di
Catania ma ero stata concupita da altre due mète: la mini crociera
con il Burchiello sul Brenta da Stra a Venezia e la visita al Parco
della Sicurtà, uno dei 5 parchi più grandi del mondo. E questi non
mi hanno certo delusa. La mini crociera è distensiva, piacevole, un
vero godimento degli occhi che ammirano le deliziose ville che
incorniciano il panorama sul Brenta, interrotto da varie chiuse.
Avevo visitato Villa Pisani nel lontano ’48 quando il Po si
attraversava ancora su un ponte di barche essendo stato distrutto
dai bombardamenti e il ritornarci dopo sessantenni è come fare un
percorso a ritroso.
Ben altra emozione mi ha riservata il Parco della Sicurtà,
sterminata distesa di verde, ornata di alberi, siepi, fiori,
laghetti, abitata da daini, pavoni, pecorelle, percorsa a scelta da
trenino, biciclette, vetturette elettriche giacchè sarebbe
impossibile percorrerlo a piedi in tutta la sua estensione. E, dopo
una visita a Vicenza e una sosta sul Ponte degli Alpini di Bassano
che già avevo visitato in passato, il dottor Stimoli ci riserva,
come sua abitudine, un “cadeaux” : una sosta a Borghetto, un
paesino di poche anime ma delizioso con i suoi scorci sul fiume,
cascatelle, salti, un luogo che sembra preso dai cartoni animati di
Walt Dysnei.
E’ proprio vero che l’Italia ha tesori che ancora restano da
scoprire.
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