Appunti    

 

 

Chiostri magici

 


Era da cinquant’anni che il Chiostro dei Benedettini – quello più interno – non si apriva a spettacoli. Ricordo come fosse ieri quella sera del maggio ’58 quando, freschi sposini, assistemmo a due spettacoli, uno di danza e uno teatrale, addirittura la già mitica “Compagnia dei Giovani” nel quale recitava un giovane destinato ad una folgorante carriera: Glauco Mauri. Una serata indimenticabile con una luna che diffondeva una magica luce.
Da allora più nulla. Sembrava essere stato cancellato quel magnifico chiostro, o meglio riservato a pochi eletti, visto che a distanza di anni, sul settimanale “Prospettive” proponevo che si facesse addirittura un festival del Barocco in quello spazio ma, in via privata mi fu risposto che un “barone” della Facoltà di Lettere ( che si era nel frattempo trasferita ai Benedettini) aveva posto il veto ad un utilizzo pubblico dei due chiostri. Mi ero rassegnata. Ma ecco pochi giorni fa notizia che, grazie ad EtnaFest e alla Facoltà di Lettere e Filosofia andrà in scena uno spettacolo itinerante fra i due chiostri! Ringrazio il passar del tempo che, andato in pensione l’emerito barone, mi ha permesso di tornare a godere della bellezza di un tesoro barocco di cui Catania può andare fiera.
Lo spettacolo era “Scupa” dalla esclamazione che ogni buon catanese fa quando fa centro. Interessante indubbiamente lo spettacolo, bravissimi gli interpreti, ammirevoli i costumi ma se è vero, come è vero, che il pubblico è parte integrante di esso, perché metterlo in condizioni tali da non vedere l’ora di scappare in cerca di un qualunque posto dove potersi sedere? Infatti la scansione dello spettacolo prevedeva dieci carte dinanzi alle quali gruppi di spettatori assistevano alla recita rigorosamente in piedi e questo per tutta l’ora e mezza in totale di spettacolo ( senza contare l’altra ora abbondante di attesa dinanzi al portone chiuso per potere entrare fra i primi fortunati). Un vero supplizio e non solo per chi ha una certa età ma anche dai giovani ho ascoltato apprezzamenti non proprio elogiativi. Se a questo si aggiunge che si veniva disturbati dagli applausi degli spettatori delle “carte” vicine e dalle voci degli attori e dalla distanza a cui sono stati posti tutti gli spettatori per le due ultime carte “La donna d’oro” e “La donna di Bastoni”, ci si può fare l’idea del disagio degli astanti. Dimenticavo di dire che il mio ricordo del vecchio chiostro è stato manomesso dalla istallazione di una fontana al centro di esso. Quell’invasione mi ha fatto sentire come se mi avessero derubata di un mio dolcissimo ricordo. E’ proprio vero che i sogni devono restare in un cassetto.