Contro ogni violenza
Grandi
manifestazioni in tutte le piazze per dire basta alla violenza contro le
donne: stupri, vetriolo in volto, sfregi, percosse fino a provocare la
morte e uccisioni. E’ uno stillicidio continuo che non conosce
differenza in colui che a freddo: giovane o d’età avanzata, laureato o
semi-analfabeta, ricco o povero, bianco o nero; colpisce, violenta,
sfregia, perseguita la vittima colpevole di avere detto: no. Mai più.
Quest’uomo non accetta il rifiuto, la libertà della donna di decidere su
se stessa, la ribellione ad un rapporto ormai deteriorato. Sul banco
dell’imputato, egli si trova quasi meravigliato di essere un accusato:
per secoli il suo dominio su quell’essere inferiore è stato assoluto e
non capisce che i tempi sono mutati e quell’essere inferiore ha un nome:
donna. Una donna che si ribella al suo potere e rivendica la sua
dignità. Ma sul banco dell’imputato, dietro quest’uomo, c’è un’altra
donna: la madre. Quest’uomo è stato partorito da una donna, allattato ,
curato, educato da un’altra donna che l’ha sempre protetto, difeso
coccolato e che ha visto nelle altre donne le rivali, quelle che
volevano portarselo via il suo bambino! E c’è anche un padre che spesso
è stato il suo modello di vita. Le cronache ci informano di padri che
prendono a pugni un allenatore che, secondo loro, non apprezzano i loro
pargoli: madri che aggrediscono i professori che rimproverano i loro
ragazzi per qualche “spittizza”. Quanta violenza in molti giovani!
Non solo verso le donne, ma anche contro tifosi di un’altra squadra di
calcio, contro le forze dell’ordine, sempre con spranghe di ferro,
bulloni, sassi: una violenza contro tutto e contro tutti. E le madri?
E i padri? Sempre pronti a difenderli, scusarli; accusare gli altri.
Quante di queste madri sono scese in piazza a protestare contro la
violenza alle donne!
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