Appunti  

 

 

Sulle droghe e dintorni


 
Molto scalpore ha suscitato una recente sentenza della Cassazione sulla coltivazione e vendita della canapa, riaccendendo il dibattito su droghe leggere e droghe pesanti.
Su tale questione vorrei fare una riflessione precisando che non ho mai fatto uso, neanche nella mia – ahimè – lontana giovinezza, di alcun tipo di droghe, leggera o pesante che fosse.
Veniamo, dunque, alla mia riflessione e per renderla più chiara, farò, per così dire, una premessa.
Entro nella più fornita salumeria di Catania, frequentata dalla Catania bene e chiedo del caviale iraniano.
Il titolare mi risponde : Mi dispiace, signora, non ne abbiamo.
-Neanche quello russo? – insisto.
-No, signora, nessuno mai me l’ha richiesto.
-E tartufi bianchi o neri? – continuo ad insistere
- No, signora, Mai chiesti!
-E del fois gras?
L’esercente allarga le braccia sconsolato ed io mi arrendo.
Morale della favola: se non c’è richiesta, non c’è l’offerta. Funziona in tutti i campi: se non c’è chi consuma, chi chiede un servizio, un prodotto, non c’è neanche l’offerta.
Allora perché condannare lo spacciatore, lo sfruttatore e non il richiedente?
Quanta ipocrisia nel mettere in croce chi vende droga e non cacciare in galera chi la chiede e la consuma! Forse perché tra questi ultimi ci potrebbero essere pezzi grossi, anche tra gli onorevoli o alti funzionari?