La giornata
della memoria
Spenti
i riflettori e gli altoparlanti sulla “Giornata della memoria”,
mi viene di riflettere su quello che essa significa e il ricordo mi
riporta indietro negli anni quando, ancora adolescente e all’oscuro
della tragedia che aveva coinvolto milioni di ebrei, trovandomi
all’allora cinema Trinacria, fu proiettato il documentario girato dagli
americani al loro arrivo a Dachau. Fu, per me, uno choc
indimenticabile. Esseri che non avevano più nulla di umano; baracche
stracolme di questi fantasmi; montagne di scarpe, indumenti, capelli e
altri oggetti un tempo appartenuti a uomini, donne, bambini; patiboli
per impiccagioni; stanze per allucinanti esperimenti pseudo-scientifici;
paralumi di pelle umana.
Per due notti non potei spegnere la luce, mi venivano dinanzi agli occhi
quegli orrori. Da quel giorno, mi sono occupata spesso del genocidio
ebraico ma, purtroppo, negli ultimi anni si è andato affermando il
cosiddetto “negazionismo” e questo non solo da parte islamica.
Si parla adesso di una legge – presentata dal
ministro Mastella- che prevede una condanna per chi neghi la Shoa
ma non sarà una legge a cancellare quel serpeggiare di antisemitismo,
non sempre ben mascherato, che sopravvive ancora oggi. Mi riferisco a
tutti coloro che disquisiscono sulla differenza tra antisemitismo e
antisionismo: loro non sono contro gli ebrei, per carità, ma sono contro
Israele, colpevole di opprimere i palestinesi.
Ed ecco che paragonano Israele al nazismo, i soldati israeliani alle S.S.,
il muro eretto per proteggersi dagli attentati ai cancelli di Auschwitz;
ecco le bandiere con la stella di David bruciate in piazza, ecco i
liceali ben intruppati con la kefiah in testa e striscioni “morte a
Israele”. E se a sinistra l’antisemitismo è ben mascherato, a destra
è sfacciato, imbrattate le lapidi che ricordano eccidi di ebrei,
cimiteri ebraici profanati, scritte funeree sui muri di sinagoghe o
quartieri con forte presenza ebraica. E queste manifestazioni non sono
solo a livello politico, giacchè, ogni qualvolta dichiaro che mi
interessa la cultura, la mistica, la storia degli ebrei, noto un lieve
irrigidimento nel mio interlocutore, come un sospetto (non sarà per caso
questa un’ebrea?) o comunque un fastidio, una strana curiosità che non
avverto se dico che mi sto interessando alla letteratura latino
–americana.
Ben venga la legge proposta da Mastella ma non
estirperà quel veleno che, da secoli, è entrato ormai in circolo.
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