Appunti  

 

 

Si parla finalmente di ludopatia


 
Correvano gli Anni 60 quando una rampante giornalista, Camilla Cederna per il settimanale “L’Espresso” condusse una inchiesta su alcune città italiane e, giunta a Catania, restò colpita dalla straordinaria diffusione del gioco d’azzardo nella nostra città a tutti i livelli sociali: dai salotti nobiliari alle bische clandestine, dai club service agli angoli di periferia, senza distinzione di sesso. Anzi, nptava la Cederna, erano le donne più impegnate rispetto a quelle che aveva notato in altre città.
In anni più vicini a noi mi è venuta in mente quell’inchiesta in occasione di due circostanze che, credo, siano molto esplicative di una certa mentalità, almeno catanese. Mio marito ed io fummo, negli Anni 90, fra i primi iscritti ad un sodalizio a livello nazionale ed eravamo portati ad esempio di fedeltà. Col passar degli anni, notavo una certa aria nei nostri confronti che non sapevo però spiegarmi. Finchè una sera, sotto Natale, si parlò di una “serata di beneficenza” e la presidentessa distribuiva i biglietti d’invito ma, giunta dinanzi a noi, disse letteralmente : “Ah, già, voi siete quelli che non giocate!” – e tirò dritto.
Ritengo superfluo aggiungere che abbiamo annullata la nostra iscrizione a quel sodalizio.
Ma ancor più eclatante è l’episodio che vide una signora seduta accanto a me al Cortile Platamone in uno spettacolo estivo dello Stabile congratularsi con me che venivo dalla mia casa a mare vicino a Brucoli, esclamare quasi con invidia:- Chissà quante belle serate passate giocando a carte!
-No, signora – replicai ingenuamente – Noi non giochiamo a carte.
Se avessi detto che ero portatrice di peste bubbonica, la reazione sarebbe stata meno fulminea. La signora, balbettando una scusa si allontanò allibita.
Noi non giocavamo a carte!
Sono passati molti anni ma ancora sussiste la mentalità del gioco d’azzardo come biglietto da visita per essere ammessi in certi giri chiudendo gli occhi a quella che è una vera e propria malattia “ludopatia” così come la tossico dipendenza e l’etilismo: rovina famiglie, sperpera patrimoni, annienta la dignità di una persona. Nomi famosi e poveri pensionati vecchi e giovani, donne e uomini travolti da un vizio mascherato in vari modi.
E ancora dobbiamo vedere l’azzardo pubblicizzato alla TV.
Quando sarà finalmente indicato come malato da curare chi gioca d’azzardo anche se “per beneficenza!”.