Mauri Sturno ai
Parioli
Crisi
del teatro? Questo interrogativo mi sono posta assistendo, sere fa, al
Teatro Parioli. “Peppino De Filippo” di Roma allo spettacolo “Quattro
buffe storie” regista e interprete principale Glauco Mauri assieme a
Roberto Sturno. Teatro gremito in ogni ordine di posti, nessuna fuga
dopo il primo atto, nessuna claque ad applaudire a comando, commenti
entusiasti alla fine. Lo spettacolo della Compagnia Mauri Sturno
“Quattro storie buffe” è basato su due novelle di Pirandello “Cecè” e
“La patente” e due di Cecov “Domanda di matrimonio” e “Fa male il
tabacco” novelle poco conosciute dal grosso pubblico (tranne “La
patente”) e adattate per la scena dallo stesso Mauri. Se in “Cecè”
l’atmosfera da pochade fa ridere ma fa anche riflettere nell’allusione
ai tempi di oggi, “La patente” è un intreccio di farsa e dramma, di
“trucco esagerato” e autentica disperazione di un poveraccio additato
dalla sua comunità come iettatore e che , pretende di essere
riconosciuto come tale. Un vero esempio di grottesco. Puro
divertimento umoristico con “Domanda di matrimonio” in cui un Roberto
Sturno, da cinico affarista come Cecè, si trasforma in un paranoico dai
cento malanni, ansioso di sposare affinché qualcuna si prenda cura di
lui, ma testardo nel pretendere che siano rispettati i suoi diritti
sulle sue terre ed il suo cane. Un’esilarante interpretazione che
conferma la maturità di quest’attore. Ma è col “Fa male il tabacco”
che l’emozione sale al massimo già prima che inizi l’azione,si capisce
che è la storia di un essere fallito: infatti le prime tre novelle
vengono presentate da un sipario su cui i protagonisti scrivono il
titolo; ma in “Fa male il tabacco” il protagonista Mauri non riesce a
scrivere. Tenta più volte, ma fallisce sempre. E’ come il biglietto di
presentazione di questo omino che tanto ricorda la maschera di Charlot,
quell’omino sempre angariato, vessato, umiliato che un prepotente, in
questo caso una moglie virago, tirchia, sopraffattrice. Una
interpretazione da brivido! Completano il cast Mauro Mandolini, Laura
Garofoli, Amedeo D’Amico, Lorenzo Lazzaroni, Paolo Benvenuto Vezzoso.
Scene di Giuliano Spinelli: costumi di Liana Sotira; musiche di Germano
Mazzocchetti.
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