Appunti  

 

 

 In memoria della lingua italiana


 
Lentamente ma inesorabilmente si sta consumando un glotticidio cioè si sta uccidendo la lingua italiana nell’indifferenza generale. I segnali sono infiniti e posso elencarli alcuni fra i più vistosi: rare le virgole, spariti i due punti, i punti e virgola, le parentesi quadre. Dilagano gli anglicismi e le sigle anche quando c’è, o meglio c’era il corrispettivo italiano ( ad es. week-end per fine settimana, ok per sta bene, etc.). Sono spariti tanti tempi dei verbi come il congiuntivo, il futuro anteriore, il trapassato prossimo e quello remoto; la pronunzia latina di alcune parole viene sostituita da quella anglo-sassone (giunior al posto di junior, midia al posto di media).
Si definiscono ragazzi i trentenni e ragazzini i ventenni, per cui suppongo che i neonati siano tali fino ai dieci anni e che poi subentrino i bambini. Un altro aspetto che caratterizza oggi non la lingua parlata ma quella scritta è l’eccesso di punti fermi anche dopo soltanto una o due parole con il risultato che leggendo una frase composta magari da una sola o due o tre parole staccate da tutto il contesto, non si capisce più nulla.
So benissimo che la mia riflessione lascerà il tempo che trova ma volevo rendere omaggio a quella che era una meravigliosa lingua destinata ormai al ricordo.