Appunti  

 

 

Nobiltà e palazzi nobiliari a Catania


 

Quanto poco io conosca la mia città, pur essendovi nata e cresciuta, me ne sono resa conto seguendo con vivo interesse la dotta conversazione tenuta dall’ing. Giambattista Condorelli per conto del FAI all’Orto Botanico come sempre concesso dal suo direttore, prof. Pavone.
Dicevo della mia estraneità verso Catania: infatti quante volte sono passata dinanzi palazzi che hanno una storia centenaria testimoniata anche da stemmi nobiliari, costruiti secoli fa, abitati da nobili e nelle quali si svolgevano feste e vi si ricevevano teste coronate e nobili titolati e che ci sono state mostrate durante la conversazione, sempre precisa ed esauriente, dell’ing. Condorelli.
Per decenni e decenni sono passata dinanzi a queste dimore che videro secoli di splendore e ora rivelano le loro impietose rughe. Eppure tante volte, nel passato, mi sono domandata “ ma c’è stata una nobiltà a Catania? E se si, che fine ha fatto?” Domande che mi ripetevo soprattutto se mi trovavo a Palermo dove ho avuto modo di visitare i più bei palazzi nobiliari di quella città e di incontrare anche qualche superstite “gattopardo”.
Delle famiglie nobili catanesi, ne ho ricordo di bambina, poiché negli anni anteguerra i figli dei nobili frequentavano “noblesse oblige” la sala di scherma di mio padre per cui sapevo che a Catania vi era una numerosa rappresentanza della nobiltà, mi erano familiari i nomi dei Roccaromana, i duchi di Misterbianco, i Paternò Castello, i Biscari, i Beneventano per citarne alcuni.
E ritornando ai palazzi, come dimenticare Villa Manganelli dove entrai bambina per un ballo in maschera e che, adesso, vedo sfregiata e come in abbandono.
Tanti palazzi e ville ci ha proposto l’ing. Condorelli che riesce a comunicare il suo amore per la nostra terra e, in particolare per Catania rievocando con passione e profonda cultura la storia millenaria, le testimonianze archeologiche e le famiglie che ne furono artefici e protagoniste.