Appunti di viaggio    

 

 

 

Discesa agli inferi

 


Una discesa agli Inferi. Così potrebbe definirsi la visita alle Grotte di Pertosa, dette pure, suppongo con molto humor, dell’Angelo, che facevano parte di un itinerario proposto dalla sezione catanese del Touring Club Italiano. Un vasto antro accoglie i visitatori che, piuttosto titubanti salgono su un barcone dove un novello Caronte ma senza “occhi di brage”, è pronto a traghettarli verso l’interno della grotta attraverso un tragitto sul fiumiciattolo sotterraneo che dura pochi minuti. Stretti sul barcone, nel buio più fitto appena rischiarato da un lumicino, ci inoltriamo verso l’interno sotto una vòlta che incombe sopra le nostre teste. Certo, ci rassicura alquanto la presenza del nostro Virgilio, al secolo il dottore Giuseppe Stimoli, responsabile della sezione catanese del T.C.I. che ci fa sentire dei piccoli Dante che si avventurano all’Inerno. E tale appare la vastissima grotta quando, sbarcati, intraprendiamo il cammino verso l’interno costellato da stalagmiti, stalattiti, incrostazioni, volute di roccia che si intrecciano, si incrociano dando origine a forme bizzarre in cui ciascuno può scoprire un profilo di animale, un accenno di maschera, un ghigno satanico. Ce n’è per tutti i gusti.
Non ho visitato altre grotte, tranne quella straordinaria della Baia di Ha-long, e quindi non posso fare raffronti con altre più celebrate e note ma vi assicuro che, se non soffrite di claustrofobia, la Grotta dell’Angelo vale una visita. Anche se non ha nulla di angelico e molto del demoniaco.