Appunti  

 

 

Razzismo strisciante

 



Durante la finalissima della trasmissione “Ballando con le stelle” , Milly Carlucci premiando la coppia vincente formata da Ester Condorelli e Raimondo Todaro, specifica che è una coppia siciliana. Mi sono domandata “Perché sottolineare la loro provenienza? E se fossero stati liguri o trentini lo avrebbe sottolineato?” Estendendo questa riflessione, continuo ad osservare quante volte si aggiunge o premette l’aggettivo “siciliano”: l’attore, lo scrittore, il politico ma anche il bancarottiere, l’uxoricida, il ladro mentre non lo si sottolinea mai nel caso di un non siciliano. Quando viaggiavo, mi sentivo sempre dire: “ Ah, è siciliana! Bella la Sicilia!” Ma non lo dicevano a chi veniva da altre regioni. Come se la Sicilia fosse una cosa a sé, a parte, diversa dalle altre regioni quasi avulsa. Persino Paolo Mieli sul “Corsera” scrive “Nicola Spedalieri “teologo siciliano” ma continua “l’ex gesuita Gianvincenzo Bolgeni…il cardinale Bolgia” senza specificare se fossero romani, lombardi o altro.
Lo stesso accade con gli ebrei. Ho sentito alla TV questa nota: Gli Stati Uniti hanno sempre accolto e assorbito emigranti da tutte le parti del mondo, irlandesi, italiani, tedeschi, ebrei, spagnoli etc. Ma dire “ebrei” non è lo stesso che dire italiani o russi: l’ebraismo è una religione non una nazionalità per cui è corretto dire “israeliani” oppure “cattolici, luterani, ebrei, ortodossi, etc… Senza rendercene conto partecipiamo ad una forma di razzismo come se fosse nel nostro DNA, aggiungiamo l’aggettivo “ebreo” a Daniel Oren o Baremboim ma non diciamo l’induista Zubin Mheta, l’ebreo Allen e non il protestante Tim Robbins o l’induista Richard Gere.
Sarebbe necessario che facessimo tutti un esame di coscienza ed evitassimo ambigue e odiose sottolineature.