A cosa servono le scorte?
In queste ultime settimane, è tornato di attualità il problema delle
scorte: dapprima la foto della senatrice Finocchiaro che fa spesa da
IKEA con la guardia di scorta che le va dietro col carrellino; poi la
cifra astronomica del conto dell’albergo per la scorta dell’on. Fini in
vacanza al mare. Sia la senatrice che il presidente della Camera hanno
giustamente risposto alle critiche che non sono stati loro a chiedere la
scorta ma è la legge che lo prevede. Ripeto è giusto. Ma il problema non
è questo ma è il rispondere alla domanda: a che servono le scorte? Io
rispondo: a niente e spiego perché.
Innanzitutto chi potrebbe pensare a colpire una Finocchiaro, un Fini,
addirittura un De Mita o qualche altro politico che come De Mita è
lontano ormai da una qualche carica politica o istituzionale ( vedi ex
premier o presidenti di Repubblica ) solo un pazzo ma i pazzi non si
possono prevedere è il caso di quel norvegese che spara nel mucchio di
giovani innocenti ne è la prova.
Ma il vero motivo per cui sostengo l’inutilità della scorta è che non
hanno mai evitato l’assassinio del bersaglio e la lista è nota a tutti:
da Chinnici a Dalla Chiesa, da Falcone a Borsellino ed anche Moro
sequestrato e la sua scorta massacrata. La scorta non dipende neanche da
gesti inconsulti e/o violenti e i due casi di Berlusconi e del
segretario della CISL Bonanni ne sono la testimonianza. Allora perché
mandare al macello tanti bravi poliziotti che potrebbero essere più e
meglio utilizzati in servizi di sicurezza e di “intelligence”? E se
qualche magistrato è veramente in grave pericolo può seguire l’esempio
del giudice Caponnetto che scelse di abitare in una caserma dei
carabinieri.
E i politici? Se proprio vogliono mantenere quello che ormai è soltanto
“uno status symbol” che se la paghino di tasca propria la scorta. Con i
loro stipendi di sicuro non moriranno di fame.
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