
"Dalle origini del teatro
moderno ai nostri giorni", è questo lo slogan della nuova, la 45ª
stagione di prosa del Teatro Stabile di Catania. Il cartellone
2002/2003 è stato infatti illustrato, nel corso di una conferenza stampa
nella sala del Teatro Verga, da Pippo Baudo, presidente del
Consiglio di amministrazione dell’ente etneo e dal direttore artistico
Orazio Torrisi.
La conferenza stampa, alla quale erano presenti alcuni componenti del
Consiglio d’amministrazione dell’ente oltre che l’assessore comunale al
Bilancio Nino D’Asero e l’assessore provinciale alla Cultura
Rosario Patanè, ha fatto conoscere il nuovo cartellone, i dati del
tutto positivi del teatro, ma soprattutto ha consentito al "Pippo
nazionale" di rispondere agli attacchi perpetrati da certi ambienti socio
politici della città che hanno parlato di "baudismo", cercando di sminuire
la sua opera prestata, come ha precisato, in modo completamente gratuito.
"Siamo stati - ha ribadito Baudo - con il Consiglio di
amministrazione, sempre liberi di scegliere, senza condizionamenti,
prediligendo il lavoro degli artisti siciliani, evitando i dilettanti.
Spero a questo punto che le critiche dei 27 consiglieri comunali di
maggioranza e opposizione che hanno anche portato ad un prossimo Consiglio
comunale straordinario sulla Cultura a Catania servano ad arricchire il
dibattito e l’offerta culturale e non a dividere in più fette la classica
torta. In caso contrario, se non ci sarà l’accordo e la solidarietà con le
autorità comunali, non accetterò ragioni e mi vedrete fuori da questo
teatro e per le vie della città".
Il presidente Baudo, dopo le
dovute precisazioni, ha sottolineato i vari punti positivi della gestione,
tra cui le lunghe tournée di alcuni spettacoli (quest'anno toccherà a "Il
fu Mattia Pascal", di Tullio Kezich, da Pirandello, e a "La
governante" di Brancati) e l'incremento degli artisti chiamati nei
singoli allestimenti, 124 nel 2002 (104 i siciliani) contro i 75 della
precedente stagione, per un totale di 25.000 giornate lavorative, a fronte
di un contributo comunale che ammonta a 950 milioni delle vecchie lire
poca cosa rispetto ai 4 miliardi erogati dal Comune di Palermo al Teatro
Biondo.

Ad illustrare, con chiarezza
ed estrema capacità di sintesi, il nuovo cartellone è stato il direttore
artistico Orazio Torrisi. "In questa nuova stagione -
ha spiegato Torrisi - c’è la voglia di viaggiare da Shakespeare fino
alle novità assolute degli autori contemporanei. All’interno di questa
linea si privilegerà, come sempre, il patrimonio letterario e
drammaturgico dei grandi scrittori siciliani: il Settecento di Micio
Tempio, l’Ottocento di Capuana e Natoli, il Novecento di Pirandello,
Brancati, Sciascia e il nuovo millennio di Consolo. Tra le produzioni
ospiti avremo Molière e Gozzi, Shakespeare e tanto teatro del Novecento,
dall’opera prima di Arthur Miller all’universo tanto partenopeo quanto
universale di Viviani e Eduardo".
Cinque gli allestimenti di
produzione propria, altrettanti ospiti, due in opzione, uno per ragazzi,
tre appositamente per il pubblico studentesco, cinque per la sezione "Nuovoteatro",
tra cui "L'altra metà", novità assoluta di Rocco Familiari con Amanda
Sandrelli e Blas Roca Rey.
In più, numerose proposte per la sezione "Schegge" (Carmen Consoli,
Sabina Guzzanti, Banda Osiris), altre per "Gesti contemporanei".
Indubbiamente innovativo quest’anno l’esordio a novembre della stagione
2002-2003 con "I Beati Paoli", tratto da uno storico testo di Luigi
Natoli, una sorta di fiction teatrale, da rappresentare nel corso di due
serate nella Basilica di San Nicolò all’Arena, con la regia di Giuseppe
Dipasquale e, nei ruoli principali, Giulio Brogi e Pippo Pattavina.
Per il teatro di tradizione, "Il paraninfo" di Luigi Capuana, con
protagonista Enrico Guarneri. Tra le produzioni ospiti spiccano "Otello"
di Shakespeare con Michele Placido, "Filumena Marturano" di De
Filippo, "Erano tutti miei figli" di Arthur Miller con Umberto
Orsini e Giulia Lazzarini, "Le furberie di Scapino" con Paolo
Bonacelli e per la regia di Sergio Fantoni, "L’amore delle tre
melarance" con Lello Arena, "L’ultimo scugnizzo" di Raffaele
viviani con nino D’Angelo, "Le avventure del giovane Ricciolo" di
Alfredo e Rita Gari, spettacolo per le scuole medie e gli istituti
superiori; "Don Camillo e il signor sindaco Peppone" da Guareschi,
con Ivano Marescotti; "Grigio brillante", commedia con musiche di
Giuseppe Manfridi con Antonella Steni, "Ifigenia in Aulide" di
Euripide, con Giuseppe Pambieri, Lia Tanzi e Micol Pambieri.
Da sottolineare, inoltre, il ritorno di Paolo Rossi con "Il signor
Rossi, il re e la costituzione" ed il rientro momentaneo di Tuccio
Musumeci allo "Stabile" con un testo già interpretato, circa 10 anni
fa, con grande successo, "Vita, miserie e dissolutezze di Micio Tempio
poeta", testo di Filippo Arriva. Insomma una stagione variegata che, a
parte le critiche, promette tanti interessanti spettacoli, per uno
"Stabile" sempre più completo nella sua proposta culturale.